giovedì 19 aprile 2018

Lucio Tarzariol Opere giovanili - Archivio. Critico Giorgio Mies


Una delle prime presentazioni del giovane Artista che ci giunge da parte dell’ormai defunto noto critico e storico d’arte Giorgio Mies dal titolo "Tradizione e novità nell'opera di Lucio Tarzariol”, si legge:  Interessante è la figura di Lucio Tarzariol, giovane artista di Castello Roganzuolo, la cui opera si esplica sia attraverso un codice figurativo di tipo tradizionale, sia in direzione delle linee emergenti della ricerca, alla quale non sa sottrarsi per un impulso di valenza esistenziale. Nel primo caso egli trae spunto per le proprie tele da una natura incomparabilmente bella quale quella delle colline e delle Prealpi trevigiane, traendone immagini equilibrate ed armoniche al1o scopo di garantire alla propria espressione, con il recupero del godimento estetico, un maggiore potere di comunicazione, nel lodevole intento di avvicinare il pubblico all'arte (non viceversa, pena la sua decadenza).

Nella sua pittura egli predilige i paesaggi, quale omaggio al fascino della propria terra, di cui ripropone luoghi particolarmente noti, come il celeberrimo Molinetto della croda di Refrontolo, ma anche le consuete vedute di Conegliano, con il castello, Villa Gera e la Contrada Granda, e di Vittorio Veneto, di cui riscopre la magica atmosfera dei Mescheta Serrava/le.

Non mancano luoghi reconditi, ma non meno importanti, come Le sorgenti del Gorgazzo a Polcenigo, o la Foresta deICansiglio, talora popolata da figure arcane, come di vecchi gnomi, tal altra sotto l'incubo di un incendio che può distruggere questa fondamentale fonte di vita per l'uomo. Nel secondo caso egli si presenta come un artista culturalmente avvertito, che ha viva la coscienza delle profonde contraddizioni che lacerano la società contemporanea, alle quali occorre porre rimedio dal momento che investono non solo la vicenda di ogni singolo individuo, ma dell'intera umanità, di cui è preconizzata la morte prossima. Opere come Ufo Crash, lo scheletro di un essere spaziale precipitato milioni di anni fa sul nostro pianeta, o le Stele con Pietre cubiche, simbolo dei quatto elementi universali, e rettangolari, con l'alfa e omega quale mezzo di comunicazione universale dalla origine della storia all'era odierna del computer, richiamano ad una "realtà cosmica" che travalica la limitata vicenda umana, proiettata in un futuro di dimensioni cosmiche per l'appunto.